Newsletter Internazionalizzazione n. 103

10 Aprile 2020 | Internazionalizzazione

FIERE, MISSIONI E APPUNTAMENTI DI SISTEMA

1.COVID-19 e impossibilità di adempiere: cosa fare? 8 Raccomandazioni per le imprese

Confindustria, in collaborazione con ICC Italia Camera di Commercio Internazionale, ha elaborato un documento contenente 8 Raccomandazioni per le imprese impossibilitate a far fronte agli impegni contrattuali a causa dell’emergenza COVID-19.
In particolare, il documento si riferisce alle ipotesi in cui i contratti in corso di esecuzione abbiano una clausola di forza maggiore e fornisce suggerimenti utili ai fini della corretta applicazione della stessa. Molte delle indicazioni contenute nel documento potrebbero risultare opportune anche nel caso in cui il contratto non contempli la clausola di forza maggiore, fermo restando in ogni caso quanto previsto dalla legge applicabile al contratto.
Si ricorda che le 8 Raccomandazioni hanno uno scopo puramente informativo, pertanto, risultano sempre fondamentali l’analisi delle previsioni contrattuali, l’individuazione del diritto applicabile al contratto e la valutazione puntale delle circostanze del caso concreto.
Disponibile, su richiesta, il documento con le 8 Raccomandazioni e le slides illustrative.


2.Profili Commerciali collegati all’emergenza COVID-19

L’emergenza sanitaria causata dal diffondersi del Covid-19 chiama in causa la politica commerciale sotto due diversi profili: quale strumento di contrasto alla pandemia, limitando le restrizioni di cui sono oggetto i dispositivi medicali necessari al suo contenimento, e come veicolo per mantenere in vita le catene globali del valore, preservando le transazioni essenziali a garantire la produzione di beni e servizi.
La nota di inquadramento, disponibile su richiesta, analizza le principali questioni collegate ad entrambi: dai flussi globali di import/export dei dispositivi medicali, al posizionamento dell’Italia, fino al monitoraggio delle principali restrizioni al commercio che interessano sia i prodotti “anti-Covid” sia trasversalmente tutti i settori industriali.
In conclusione, sono riportate alcune proposte di policy che attengono alla dimensione commerciale della crisi, suddivise secondo i livelli di governo a cui sono indirizzate (nazionale, europeo e multilaterale) e una sintesi delle più significative azioni svolte da Confindustria nell’ambito della business community internazionale per promuovere la graduale riapertura dei mercati.

3.SVINCOLO DIRETTO DPI SENZA REQUISIZIONE

Sono pervenute segnalazioni di difficoltà e incertezze interpretative con riguardo alla procedura doganale di svincolo diretto dei DPI importati, con la quale i tempi di sdoganamento vengono sensibilmente ridotti e le merci in ingresso (DPI e dal 30 marzo anche altri beni mobili per l’emergenza sanitaria) non devono essere segnalate alla protezione civile per requisizione.
Con una nota di Confindustria del 30 marzo era stata data informazione che le imprese dai codici ATECO corrispondenti a quelli dell’allegato 1 del DPCM 22 marzo, modificato dal DM 25 marzo, erano abilitate a tale procedura. A seguito di alcune modifiche apportate con ulteriori comunicazioni dell’Agenzia che potevano dare adito a dubbi, è stato richiesto un chiarimento.
L'Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) conferma che la interpretazione di Confindustria era corretta e che, pertanto, tutte le imprese riconducibili ai codici ATECO dell’allegato al DPCM, nonché quelle di cui alla lettera d) dello stesso DPCM (attività “funzionali” attive su autorizzazione prefettizia), sono beneficiarie dello svincolo diretto senza segnalazione alla Protezione Civile per eventuale requisizione. A riprova, sul sito delle Dogane sono presenti due apposite FAQ chiarificatrici.
La principale preoccupazione dell’Agenzia è che vi sia congruità fra la destinazione d’uso, quantità importate e fabbisogno del destinatario. Inoltre, e conseguentemente, permane il problema di garantire l’uniformità di applicazione da parte degli uffici territoriali delle dogane.
Pertanto, si suggerisce, soprattutto alle imprese che importano quantitativi ragguardevoli di DPI, di allegare spontaneamente al modulo di autocertificazione fornito dalle Dogane una breve nota informativa.
In tale nota, facoltativa, ma ugualmente consigliata per evitare intoppi, può essere utile fornire alla dogana locale alcuni dati, anche se apparentemente evidenti.
Ad esempio, specificare che l'impresa è attiva in modalità produttiva fisica (non smart working), riportare il numero di addetti, la durata del ciclo produttivo e/o altri elementi atti a spiegare l’utilizzo medio, o il grado di obsolescenza, dei DPI (su base settimanale, mensile, trimestrale, a seconda dell’ordinativo da svincolare). Ovvero attestare che la fornitura di DPI da svincolare copre una data percentuale del fabbisogno aziendale (anche qui il periodo di riferimento va stabilito caso per caso su basi di ragionevolezza). Analoga informazione è suggerita qualora l'importazione avvenga per rifornire più imprese, in quel caso il dettaglio va specificato per ciascuna di esse.
Non essendo un atto previsto dalla modulistica dell'Agenzia, reso spontaneamente, il suo valore è puramente operativo e volto a favorire l'immediata comprensione della fattispecie da parte delle Vostre controparti doganali locali, con le quali è opportuno mantenere relazioni costanti, anticipando, ove possibile, l'arrivo delle forniture da svincolare.
Disponibile su richiesta un breve appunto che illustra le tesi condivise con ADM, che le ha confortate.


4.CINA - Nuova normativa per l'export di prodotti a uso medicale

Si informa che dal 1 aprile 2020 è in vigore in Cina una nuova normativa in virtù della quale per l'esportazione dal paese di tutti i dispositivi classificati "a uso medicale" (tra cui i nuovi reagenti per il rilevamento del Coronavirus, mascherine mediche, indumenti protettivi medici, ventilatori polmonari, termometri a infrarossi) è necessario rispettare 3 requisiti:
1) l'azienda produttrice dei dispositivi deve figurare nella white list di aziende autorizzate dal Governo cinese;
2) i dispositivi destinati all'esportazione dovranno essere accompagnati da una dichiarazione di assunzione di responsabilità da parte di chi spedisce, per attestare che la merce soddisfa gli standard di qualità del paese (o regione) di destinazione;
3) la merce deve essere accompagnata da un apposito certificato di registrazione rilasciato dall'azienda produttrice.
La lista delle imprese cinesi autorizzate all'export dei suddetti prodotti è in continuo aggiornamento e l'Ambasciata cinese in Italia si è resa disponibile a verificare - su richiesta delle imprese italiane - l'inclusione o meno dei propri fornitori in tale elenco.
Di seguito il contatto dell'Ambasciata:
Li Dongchao Second Secretary
Economic & Commercial Counsellor's Office
Embassy of the P.R.C in Italy
mail: lcdcl_cbn@126.com

5.USA: piano di aiuti alle PMI, incluse filiali americane di aziende italiane

Per fronteggiare l'emergenza economica dovuta al Covid-19 gli Stati Uniti hanno varato il "CARES Act" - Coronavirus Aid, Relief and Economic Security Act - un piano di aiuti che introduce un’ampia gamma di strumenti, che spaziano dai prestiti e i sussidi per le imprese alle misure di sostegno ai redditi personali, dall’ampliamento della rete di protezione sociale alle maggiori spese sanitarie.
Tra questi si segnala un provvedimento specifico per le PMI denominato SBA PPP - Small Business Administration Paycheck Protection Program, con il quale sono stati destinati 350 miliardi di dollari alle PMI che impiegano meno di 500 dipendenti, con l’obiettivo di evitare licenziamenti e cessazioni di attività e sostenere le imprese nei mesi più acuti dell’emergenza.
Si riporta di seguito la sintesi dei punti di maggior rilievo effettuata dalla nostra Ambasciata a Washington DC:
"1. Tale provvedimento si estende anche alle aziende operanti negli Stati Uniti la cui proprietà è riconducibile a soci stranieri. Abbiamo voluto verificare se il programma fosse accessibile anche da parte di imprese di diritto statunitense possedute o controllate in maggioranza da investitori stranieri, che hanno tipicamente un visto di lunga durata ma non dispongono del permesso di stabile residenza (la c.d. “green card”) e non vi sono infatti dubbi sulla titolarità di soggetti americani o di residenti permanenti. A tal proposito, la Small Business Administration (SBA) ci ha confermato oggi che anche i “foreign-owned businesses” possono accedere senza problemi al programma, che è studiato per proteggere i lavoratori statunitensi indipendentemente dalla nazionalità dei soci di controllo dell’azienda.
2. Il programma prevede che le aziende possano accedere a finanziamenti agevolati di cui è prevista la conversione in sussidi a fondo perduto qualora:
(i) non sia ridotta la forza lavoro nel periodo 15 febbraio - 30 giugno 2020;
(ii) i fondi siano utilizzati per pagare gli stipendi dei lavoratori nelle 8 settimane successive all’erogazione (maggiori informazioni sulle effettive modalità di calcolo sono disponibili sul sito del Dipartimento del Tesoro: https://home.treasury.gov/system/files/136/PPP--Fact-Sheet.pdf).
I prestiti – con durata biennale, tasso di interesse agevolato all’1% e ammontare massimo per impresa fissato in 10 milioni – sono messi a disposizione dalle banche (che percepiscono una commissione, pagata dal Governo Federale), ma sono garantiti a livello federale dalla Small Business Administration (SBA). Le richieste di finanziamento devono essere inoltrate tramite l’istituto bancario americano di riferimento dell’azienda, la SBA ha invitato a diffondere tra i possibili interessati i riferimenti al customer service call center (1-800-659-2955) e al sito internet dedicati al programma (https://www.sba.gov/funding-programs/loans/coronavirus-relief-options/paycheck-protection-program-ppp).
In pochi giorni, pur con qualche difficoltà tecnica legata al numero di domande presentate, oltre 1/5 dei fondi messi a disposizione tramite il "Paycheck Protection Program" sono stati erogati (ad oggi circa $70 miliardi), tanto che l’Amministrazione ha già avviato colloqui con il Congresso per espandere il finanziamento di ulteriori 250 miliardi.
"We'll be running out of money pretty quickly, which is a good thing in this case, not a bad thing” ha rimarcato Trump incontrando ieri virtualmente i vertici delle principali banche americane, tra cui Citibank, Wells Fargo, Visa e Mastercard. Il CEO di Bank of America e il Presidente di JPMorgan Chase hanno riferito di aver raccolto in pochi giorni rispettivamente 250.000 e 375.000 domande per prestiti tra i $4.000 e i $2.6 milioni.
Anche la Federal Reserve, che ha già avviato programmi di supporto al credito, ha prospettato di intervenire a supporto del PPP acquistando dalle banche i crediti erogati, in modo da supportarne la liquidità.
3. L’Ambasciata segnalerà l’opportunità alle imprese italiane sia tramite la rete ICE e delle Camere di Commercio Italiane negli USA, sia attraverso i propri canali di comunicazione."


6.MAROCCO - Misure di semplificazione delle formalità doganali.

In considerazione dell’attuale contesto di crisi sanitaria, le competenti autorità marocchine hanno deciso l'introduzione di procedure semplificate con l'obiettivo di facilitare gli scambi commerciali.

Al fine di non ostacolare la fluidità degli scambi commerciali tra il Marocco e l'UE, la Dogana marocchina ha convenuto di accettare le copie in formato elettronico dei certificati EUR1 o EUR-MED (che danno luogo al trattamento preferenziale previsto dall'Accordo di Associazione Marocco-UE), corredati di timbro e firma manoscritta o digitale, o anche privi di timbri e firme, a condizione che le autorità doganali del Paese di esportazione ne assicurino a distanza l'autenticità. Resta comunque salva la possibilità di un controllo a posteriori: le dogane marocchine potranno dunque esigere la presentazione dei certificati originali una volta che la situazione sarà tornata alla normalità.
Con la stessa finalità, l'Amministrazione delle Dogane ha altresì introdotto una procedura dematerializzata per le richieste di franchigia doganale da parte dei transitari e degli importatori marocchini, le quali dovranno pervenire agli Uffici competenti attraverso lo sportello unico online “PORTNET” (https://www.portnet.ma/).
Infine, il locale Servizio Fitosanitario (ONSSA) si è a sua volta impegnato ad accettare in formato elettronico i certificati sanitari e fitosanitari che devono accompagnare i prodotti vegetali e di origine animale importati nel Paese. In proposito, è disponibile su richiesta l'elenco degli ispettori dell'ONSSA in servizio nei vari posti di controllo doganale del Marocco, ai cui indirizzi email possono essere inviate le copie scansionate dei citati certificati.

 

Info: Internazionalizzazione
Dr.ssa Silvia Fumarola
fumarola@confindustria.ta.it